Menzogna e libertà indagati nel mondo dei bambini
di Chiara Casorati in collaborazione con Altisensi
Mio padre, Francesco Casorati, una volta mi disse: “Le bugie sono fondamentali. È importantissimo mentire. La menzogna è finzione e senza finzione non ci sarebbe l’arte”. Mi insegnò un modo di vedere, un modo arguto, scherzoso e creativo: osservato da questo punto di vista, il processo cognitivo alla base della bugia, mi si è rivelato complesso e interessante. Sono partita dalle mie bugie di bambina, dai momenti in cui ho sentito vergogna e ho provato la necessità di fingere. Come facevo? Nascondevo un pezzo di realtà – o di me – e ne inventavo un altro, verosimile. Un’invenzione di pura fantasia non è credibile, è necessaria una certa conoscenza della realtà: i bambini alle volte sbagliano le misure e le loro bugie sono commoventi e spassose.
Conduco da tempo laboratori di arte per bambini, Il viaggio del segno: parto sempre dal contatto con un materiale, mai da un concetto. Ho quindi chiesto collaborazione a Marianna Brescacin che si occupa di filosofia per la creatività, nelle scuole, con l’associazione Altisensi. Abbiamo organizzato un laboratorio su zoom con bambini di 5/6 anni e abbiamo chiesto che cos’è una bugia, chi le racconta e perché: Quando dici alla mamma che hai lavato i denti e invece non è vero; i miei compagni di scuola dicono le bugie; tutti dicono le bugie, i grandi ne dicono di più.
Ho proposto un lavoro pratico con la carta: accartocciare, strappare, spiegazzare…la superficie diventa ruvida, va su e giù come le onde del mare, è come una scala. Anche noi alle volte siamo ruvidi? Oppure lisci? La materia ha iniziato a farsi tramite per dire altro. Gli ho chiesto di creare un personaggio a cui poi mi sono relazionata, chiedendo: “come si chiama? Cosa gli piace fare? Cosa proprio non gli piace?”
I bambini si sono tuffati nel lavoro e hanno dato le risposte più disparate e divertenti: personaggi salterini che scappano di qua e di là, esserini stropicciati che cadono per terra e rotolano, una tovaglia dei segreti, chiamata così perché fatta con carte trovate al fondo di una scatola (sono un po’ timide), il serpente Milù a cui proprio non piace stare fermo e una busta delle lettere dentro cui si possono nascondere e proteggere oggetti (nascondiamo per proteggere?).
Anche noi li abbiamo fatti: io ne avevo uno molto ingarbugliato e timido che si è nascosto dietro ad una quinta di cartone che, non a caso, copriva metà della mia inquadratura su zoom. Lui, il mio personaggio, appariva solo per alcuni istanti, poi tornava dietro. Ho chiesto ai bambini come si può fare quando un groviglio di emozioni si nasconde e in quel momento un meraviglioso gatto nero è saltato in braccio ad una bambina, che ha iniziato ad accarezzarlo. Lei ha trovato una risposta: “Devi fare così, devi abbracciarle! Lui è felice, sempre felice, un po’ spaventato.”
Abbiamo allora riproposto il nostro tema principale: qualcuno sa un’altra emozione? La paura c’entra con le bugie?
Dopo il fare e disfare con la carta, dopo aver dato voce ai propri personaggi, sono emerse nuove risposte: Uno ha paura e finge di non aver paura, perché si vergogna; Salterino (il personaggio) dice che ha dormito, ma non è vero, perché lui vuole saltare, ma ha paura di essere sgridato; quando le mie amiche mi fanno arrabbiare dico le bugie.
E’ qui che ho trovato il nesso fra menzogna e libertà, nella libertà di un bambino di sentirsi autorizzato a dire la verità…sul fatto che, ebbene sì, prova delle cose tali per cui alle volte dice le bugie. E quelle cose, quando arrivano, si possono accogliere, come si accoglie un gatto che ti salta in braccio perché vuole le coccole.
Ora, in realtà, ci vorrebbe un sequel, il cui tema fosse: e cosa prova l’altro, se gli racconto una bugia?