di Carlotta Thione
Nell’estate 1980 Lucio Dalla decide di presentarsi al pubblico con un album che porta il suo nome, Dalla. L’unicità del disco risiede nell’offrire all’ascoltatore la possibilità di scoprire sé stesso, rintracciando in lui situazioni, abitudini, amori e passioni. Il primo brano di apertura è Balla balla ballerino, storia di un giovane che senza troppa paura del destino, balla sulle onde del mare. La voglia di danzare è tale da spingerlo a prendere il primo treno, senza tornare indietro. Poi è la volta de Il parco della luna, graziosa ballata in cui il giovane Sonni Boy, sul suo cavallo come un principe azzurro, conquista la bella Fortuna, sullo sfondo di una Ferrara metafisica. La sera dei miracoli, invece, è ambientata tra i vicoli di Roma ed è proprio tra queste strade che si svela il mistero della città che si muove insieme alle persone tra le piazze e i bar. Ed è proprio in questa sera veloce che gli innamorati sciolgono le vele come i pirati.
Impossibile poi resistere al ritmo incalzante di Mambo, motivo tanto frenetico quanto struggente. Meri Luis è un brano in cui i protagonisti riescono a riscattare la propria condizione sociale e Meri Luis finalmente ha capito che l’amore è bello, e chiudendo gli occhi si è lasciata andare. Si giunge poi a Cara, intimo racconto in cui l’amore del protagonista è talmente grande da lasciar andare la sua amata, libera nel vento come una farfalla. Siamo dei è un tentativo di dialogo con il divino, ma nel senso ancestrale, pagano, degli dei olimpici.
Futura è l’ultimo brano che dimostra l’abilità di Lucio nel creare un disco che rimarrà per sempre contemporaneo. Narra la storia di due giovani amanti berlinesi, divisi dal muro che separa la città. I protagonisti immaginano come sarà il domani e tra un sospiro e un gemito trattenuto nascerà Futura.
La vocalità espressa di Lucio all’interno di quest’album trova un perfetto accordo musicale con la base strumentale. Dalla, famoso per i suoi vocalizzi derivanti dalla formazione jazz, riesce ad imitare il suono del sax con sillabe, prive di senso.Lucio padroneggia questa tecnica da virtuoso, unendola abilmente alla più alta forma di comicità e la usa non solo nella musica ma anche nella vita di tutti giorni per spiazzare, come ha fatto tutta la vita, i suoi interlocutori. La voce aspra, volutamente soul, di Dalla, è una forte stonatura nella tradizione del canto melodico dominante in quegli anni. Il silenzio che di per sé è melodia, conserva tracce di quell’interessante poetica tipica di Lucio. Nel silenzio percepito in La sera dei miracoli è possibile individuare quell’attimo sospeso tra riflessione e scoperta. Scoperta nel conoscere il vero destino dei due amanti. È un silenzio palpabile, talvolta anche mistico quello presente in Futura: da un moto dirompente si passa nel giro di pochi secondi ad un andamento lento, calmo, di quiete. Come se Lucio volesse darci il tempo di capire che i due amanti sono impegnati nel dar vita ad un nuovo respiro, ancora conservato nella dolcezza di un giglio bianco. Lo stesso silenzio è presente nei primi istanti del brano Meri Luis: il basso che fa da sfondo è intervallato da quel silenzio che ci porta in una situazione sospesa, in cui ancora non sappiamo chi e che cosa avverrà. Insomma, il silenzio poetico di Lucio è utile per capire le singole situazioni, tanto diverse quanto incredibilmente vere. Ed è qui che risiede la poetica dalliana: l’ascoltatore riesce misteriosamente ad identificarsi nell’io protagonista. Questo è possibile perché Lucio con la sua bravura sa raccontare i nostri attimi quotidiani, di cui noi stessi molte volte siamo ignari. Ora non ci resta che provare ad ascoltare questo silenzio colmo di poesia.
Riferimenti:
E. Assante, G. Castaldo, Lucio Dalla, Mondadori, Milano, 2021.
http://www.luciodalla.it/lucio-e-il-jazz/
Solo chi ama lucio Dalla profondamente può scrivere questi commenti