La relazione fra Naturale e Artificiale nasce insieme alle civiltà umane: come le materie prime offerte dalla Natura possono essere uti- lizzate dall’essere umano per nutrirsi, costru- ire utensili, strumenti, armi, abiti, abitazioni allo scopo di migliorare le proprie condizio- ni di vita, proteggersi ed evolversi? Questa è sicuramente una delle prime domande che l’uomo si è posto fin dalla sua comparsa sulla Terra. Come accade al neonato quando esce dal grembo materno, così l’uomo si è ritrova- to nudo in mezzo alla Natura, ricca di risorse e meraviglie, ma anche terribile e pericolosa. Le sue facoltà intellettuali e immaginative gli hanno consentito di creare, all’interno del mondo naturale e utilizzandone i materiali, un mondo artificiale. Il filosofo contempo- raneo Y.N.Harari ci ricorda che l’evoluzione e il successo dell’Homo Sapiens sono il ri- sultato della sua immaginazione, perché gli esseri umani sono gli unici animali capaci di parlare e realizzare cose che esistono solo nelle nostre fantasie. Inizialmente l’elemento artificiale sorge e si integra nel contesto natu- rale, poi, progressivamente, con lo sviluppo della tecnica in tutti gli ambiti delle attività umane, il mondo artificiale tende a dominare quello naturale, invaderlo, ordinarlo, model- larlo e trasformarlo secondo obiettivi sempre più ambiziosi e prepotenti, e questo non solo attraverso la costruzione, ma anche mediante la distruzione. Giunto al secondo millennio dopo Cristo, e dopo circa 200.000 anni di esistenza sulla Terra, l’Homo Sapiens si trova di fronte a un bivio: continuare senza scrupo- li la sua opera di colonizzazione, sfruttamen- to e dominio della Natura e delle altre specie viventi, secondo un progetto che ha portato all’estinzione di moltissime creature viventi, animali e vegetali, a un inquinamento diffuso della terra, del mare e del cielo, addirittura a un cambiamento del clima, con conseguen- ti e sempre più frequenti squilibri e disastri ambientali? Oppure, sviluppare non solo l’industria e la tecnologia ma anche la coscienza e la sensibilità collettive sulla necessità di cambiare rotta, di ridurre i consumi, di rispettare il pianeta che ci ospita e le altre forme viventi che convivono con noi, di rendere finalmente compatibile e non conflittuale il rapporto tra mondo naturale e mondo artificiale? Negli ultimi due secoli, l’innovazione tecnica ha avuto un’accelerazione straordinaria che ha modificato radicalmente e rapidamente, senza precedenti in tutta la storia dell’umanità, i modelli di vita, fino a creare un mondo virtuale, molto sofisticato e complesso, parallelo ed insieme intrecciato al mondo reale. L’Intelligenza artificiale, ultima invenzione arrivata, dopo l’informatica, la robotica e la programmazione genetica, propone anche un cambiamento artificiale della natura umana stessa: un dispositivo capace di pensare come noi, e per certi aspetti (memoria, logica, rapidità, elaborazione dei dati) persino meglio di noi, in grado di imparare in modo costante e autonomo, potenzialmente abile a sostituire molte funzioni operative, di gestione e controllo, finora esercitate dagli umani. Questa prospettiva affascina e spaventa nello stesso tempo, e, come già accaduto in passato, crea schieramenti opposti (apocalittici e integrati, secondo la nota definizione di U.Eco), stimola la fantasia e fa emergere nuovi e fondamentali pro- blemi etici, che coinvolgono tutti i settori. Anche gli artisti, che da sempre hanno la vocazione dei visionari e una curiosità innata verso tutte le for- me di innovazione, si stanno confrontando con questo ancora misterioso astro nascente dell’ar- tificio umano. Nel volume antologico R-esistenze del 2024, abbiamo voluto raccogliere i contributi creativi e di riflessione di molti artisti, studiosi, docenti e allievi, di Accademie e Università, che hanno affrontato il tema Artificiale/Naturale, da punti di vista e ambiti disciplinari diversi per “fare non il punto ma la linea”, come suggeriva Deleuze, su una dimensione vitale in costante di- venire, provando a comprenderne potenzialità e rischi, e a orientarsi su nuovi territori.

(a.b.)

Bibliografia

G. Deleuze e F. Guattari (1980), Millepiani, Castelvecchi, 1980. U. Eco, Apocalittici e integrati, Bompiani, 1964.
Y.N. Harari (2011), Sapiens. Da animali a dèi, Bompiani, 2014.