Tavole inedite liberamente ispirate a Little Nemo in Slumberland di Winsor McCay
Con una nota di Pierpaolo Rovero
Ci troviamo negli Stati Uniti all’alba del Novecento, in un’epoca caratterizzata da una fervida crescita economica e da enormi sfide e opportunità per il mondo dell’editoria. I grandi giornali pubblicano la domenica ricchi supplementi a colori, rivolti sia ai bambini che agli adulti. È facile capire come in questo contesto la narrazione per immagini conosca uno sviluppo sorprendente. La giovane arte del fumetto inizia a definire le sue caratteristiche fondamentali: la suddivisione in vignette e l’utilizzo di nuvolette per racchiudere i dialoghi. Il linguaggio si afferma conquistando un vasto pubblico desideroso di svago e divertimento. I protagonisti sono spesso bambini irrequieti, monelli che si rifiutano di stare al loro posto. Il fumetto è un po’ come loro: un linguaggio ancora immaturo che cerca di definirsi mediante continue sperimentazioni.
Il 15 ottobre 1905 arriva la svolta: sulle pagine del New York Herald viene pubblicato il primo episodio di Little Nemo in Slumberland di Winsor McCay. Da quel giorno, il fumetto si apre a nuove frontiere, abbandonando la comicità e l’ironia per esplorare tematiche fantastiche, ambienti surreali e creature straordinarie. Come ha osservato Hugo Pratt, il fumetto con Little Nemo abbraccia la poesia. Winsor McCay non è solo un pioniere della narrazione per immagini, ma anche un grande artista. Si distingue infatti per essere uno di quei rari autori capaci di coniugare la maestria nel disegno con la capacità di raccontare storie in modo coinvolgente. Le sue vignette non solo definiscono il ritmo della narrazione attraverso posizione, forma e dimensione, ma trasformano lo spazio scenico in un elemento centrale della storia. La prospettiva diventa un potente strumento emotivo, mentre lo stile liberty ricercato amplifica il carattere onirico del racconto.
Chi è Little Nemo? Il nome ci ricorda che è piccolo; per l’esattezza ha cinque anni, esattamente come gli anni di quel secolo appena iniziato. Nemo, come il capitano del romanzo di Jules Verne, è un viaggiatore. Il regno in cui si muove è quello dei sogni, vivendo straordinarie avventure attraverso la sua fervida fantasia. In sostanza, Little Nemo ci invita ad immergerci nelle profondità dell’inconscio umano, sondando le nostre paure più profonde e le aspirazioni più intime. Oggi, in un’epoca in cui le tecnologie digitali permeano ogni aspetto della nostra esistenza, le porte del regno esplorato da questo giovane protagonista sembrano aprirsi alla nostra vita quotidiana in un modo sorprendente. La distinzione tra naturale e artificiale diventa sempre più sfumata, lasciando intravedere nuove prospettive sul rapporto tra realtà e immaginazione.
I giovani artisti dell’Accademia hanno raccolto la sfida di aggiornare i sogni di Nemo, offrendo una riflessione profonda sul regno di Slumberland che ormai non appartiene più alle inquietudini dei sogni notturni, ma alle nostre vicissitudini giornaliere. Da cui non è più possibile evadere.