di Alessandra Ragona
Spesso, gli adulti che circondano il bambino, soprattutto nella fase infantile e pre-adolescenziale, lo ostacolano nel toccare e nel cercare di farlo esprimere artisticamente; dargli vincoli è come uccidere il suo lato puerile, le sue tensioni, che lo stesso Freud definiva come un bisogno primario, al fine di far fuoriuscire delle pulsioni interne.
Durante la conferenza tenutasi a Lisbona nel 2006, sulla tematica dell’educazione artistica, lo studioso scientifico Antonio Damasio ha indicato la peculiare relazione tra il senso artistico, in quanto valore, e lo sviluppo della coscienza. Secondo lui, infatti, la coscienza è un sentimento (proprio come la rabbia e la felicità) e tutte le cose che inventiamo (le leggi della musica, le norme etiche) derivano da essa; ne risulta che sviluppando il senso emotivo del bambino, prendendoci cura di quel fragile fiore della creatività, è possibile costruire delle basi per una società futura di pace e di equilibrio. Il risultato si può paragonare alla concezione dell’amore di Dante Alighieri: talmente forte ed incondizionato che può smuovere il cosmo, ovvero far accadere l’impossibile (Amor che muove il Sole e le altre stelle; Paradiso, XXXIII, v. 145).
La fobia, da parte degli adulti, dello sviluppo del pensiero divergente (il pensare senza schemi e limiti) nei bambini si sovrappone ad un altro problema fondamentale che di anno in anno si inasprisce sempre di più: la dematerializzazione del materiale. Per sottolineare la sua importanza, l’esempio più eclatante è la prima esperienza che i neonati fanno di contatto: una volta partoriti, vengono messi sul petto nudo della madre per ridurre il passaggio violento dall’interno del grembo all’esterno. Toccare, quindi, non significa solo usare la punta delle dita, ma coinvolgere l’intera superficie del corpo. Anche Bruno Munari, che lavorò molti anni nell’ambito didattico con i suoi laboratori intitolati Giocare con l’Arte, affermava che la comprensione del mondo da parte del bambino si acquisisce attraverso l’esplorazione di tutti i sensi. Oggigiorno, la dematerializzazione del materiale è un fenomeno in via di sviluppo, che va di pari passo con l’incessante innovazione tecnologica. Un processo collegato al diminuire progressivo della percezione tattile, in particolare sui più piccoli, che utilizzano i devices elettronici in modo spropositato: il materiale si è smaterializzato. Il tatto, infatti, sembra essere stato completamente sostituito dal senso della vista e l’unica texture a cui sono abituati ad entrare in contatto è la tastiera liscia.
A tal proposito, l’artista milanese Federico Clapis, in una serie di recenti sculture, ha saputo cogliere e rappresentare in modo efficace questa tematica: cicogne che trasportano il neonato vengono sostituiti da droni, il bambino che si culla amorevolmente fra le braccia, generato da un visore oculus. Di lampante significato e spunto chiaro di riflessione è The Connection (realizzata con diversi materiali come resina e bronzo, e varie dimensioni, a seconda della sua installazione): è una scultura che ritrae il busto di una donna incinta, il cui ventre è sezionato per far vedere un feto che sta reggendo uno smartphone, come se si stesse facendo un selfie. Questo artista è nato come youtuber e nel 2015 ha deciso di dedicarsi all’arte contemporanea e alla sua divulgazione per renderla accessibile anche ai più giovani. È noto anche per il movimento del Deep Scrolling, nato a seguito della Triennale di Milano a cui ha partecipato organizzando una particolare Experience che consisteva in laboratori e talk su come la tecnologia ci abbia profondamente cambiati e resi, in alcune sfaccettature, meno abili manualmente. Il movimento ha come obiettivo quello di rimuovere dalle persone seguite (anche detto in slang unfolloware) tutti quegli account effimeri, che non trattano di arte, un’operazione di “ecologia della visione e del pensiero”.
Mettendo in relazione creatività e tatto è possibile constatare quanto essi siano intrinsecamente connessi fra di loro: l’Esperienza, in quanto valore formativo della persona, avviene grazie al contatto con un oggetto e farne propria la modalità d’uso, per creare. Oggi più che mai è necessario che la società si prenda cura del bambino che sarà il nostro futuro, come è importante che si costruisca un ambiente a sua misura attorno a lui. Importantissima è la missione dei genitori: lasciarli liberi di sperimentare. Se non si conserva la vitalità del proprio bambino, la voglia e la curiosità di scoprire, l’ardore della candela diventerà sempre più flebile, fino a spegnersi.


Nota
- S. Vitulli Quel fragile fiore della creatività, Il Giornale, 28 agosto 2007, https://www.ilgiornale.it/news/quel-fragile-fiore-creativit.html.
- Cfr. G. De Pasquale, Sguardo Sospeso – Rifrazioni, Parva Naturalia 2012-2014, vol. 10, Società Piacentina di Scienze Naturali, 2014.
Bibliografia e sitografia
G. De Pasquale, Sguardo Sospeso – Rifrazioni, Parva Naturalia 2012-2014, vol. 10, Società Piacentina di Scienze Naturali, 2014.
S. Vitulli, Quel fragile fiore della creatività, Il Giornale, 28 agosto 2007, https://www.ilgiornale.it/news/quel-fragile-fiore-creativit.html.