poesia di Bernardo Santoianni

Illustrazione di Joanna Garcia

Qualcosa mi è successo da quando sono arrivato.
Le strane parole che mi lasciavano senza fiato, 
ora scorrono nella mia mente
in modo incontrollato, inquietamente.

Nella zona Sud si sentono le leggende
di un luogo illuminato, infestato di gente.
Gente per bene e per male, 
che recitano poesie e vivono in riva al mare.
Ma io conoscevo bene il mare.

Allora vicino alle montagne sono andato.
Ho dovuto prendere il treno.
Dopo circa sei ore, sono arrivato.

“Che ci fai qui?”
Ancora oggi me lo chiedono.
“Non ti manca il tuo paese?
Sei sicuro di quello che hai scelto?”

La sicurezza 
non l’ho mai sentita.
Dalla vita, 
la vorrei bandita.

Il mio paese? La zona Sud?
Certo che le voglio bene.
Ma uno deve camminare, 
distaccarsi dalla mente.

Sud e Nord, su e giù, 
non c’è molta differenza.
Ciò che cambia, in genere,
è solo la cadenza.

Mio nonno mi raccontava che la gente, 
dappertutto, è ancora gente.
Ci sono quelli più timidi, più stronzi
e anche quelli più divertenti.

Prima di partire mio padre mi ha consigliato: 
diffida di tutto ciò che ti arriva senza sforzo.
In valigia, una lettera di mia madre ho trovato, 
mi diceva: non dimenticare, la zona Sud è il tuo posto.

Tre anni sono passati 
da quando la città è diventata casa mia.
Ammetto che è una casa strana
Ma strano è il mondo, non importa dove sia.

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